letraset su onice verde
sul retro, in alto a sinistra, firma "bentivoglio" e data; in basso, lungo tutto il margine, scritta autografa "un cielo inquinato a un cielo chiaro, mirella"
Renato Barilli, Maria Grazia Tolomeo, Mirella Bentivoglio – Dalla parola al simbolo, De Luca, Roma, 1996
La bugia, 2005
Mirella Bentivoglio – Dalla parola al simbolo, Roma, Palazzo delle Esposizioni, 10-28 ottobre 1996
Si tratta di un libro-oggetto nel quale il fascino lirico della pietra viene ulteriormente valorizzato dalla presenza della parola. L’onice levigato, le cui venature naturali evocano il profilo sfumato delle nuvole, è accompagnato dalla scelta di un verso impresso sulla superficie, quello del titolo, applicato quasi come una didascalia che, disponendosi al margine del libro, lascia ampio spazio alla poesia dei segni della superficie stessa. Allo stesso modo di creazioni come Il disgelo del libro, dove assistiamo anche al ricorso della parola, l’artista riesce a sprigionare della poesia affiorante dalla materia stessa, e non appartenente al solo linguaggio verbale.
L’opera è riprodotta sul catalogo della mostra al Palazzo delle Esposizioni con datazione 1976, anche se riporta sul retro l’indicazione autografa 1984. Effettivamente questa data sembrerebbe più pertinente perché, anche se già negli anni Settanta Mirella Bentivoglio ha prodotto fondamentali libri marmorei (si pensi al Poema totale, La scrittura del silenzio, Il poema segreto, ecc.), nel corso degli anni Ottanta viene molto approfondita l’indagine estetica dell’uso della materia, delle sue venature sedimentate, come scrittura naturale, o mediante l’applicazione di un verso con la tecnica dei trasferibili. Rosaria Abate