scultura, travertino e marmo bianco
firmato?
La bugia, 2005
Si tratta di una scultura composta di due parti che si combinano a incastro (una stele in travertino inserita su una base degradante, in marmo bianco), nella quale Mirella Bentivoglio, che ha realizzato l’opera in tarda età, ha voluto ironizzare su se stessa, mediante un autoreferenziale tributo alla propria creatività. L’ironia è evidente poiché in questa scelta l’artista ha deciso di concretizzare plasticamente il totem tratto dal suo Monumento grafico, la sequenza verbovisiva pubblicata nel 1968 da De Luca, nella quale la parola era stata via via smantellata, per confutare la retorica letteraria e rivelare l’esigenza di una nuova creatività affidata alla rottura del linguaggio tradizionale. Nel caso di questa realizzazione scultorea, Mirella Bentivoglio ha prelevato il momento antecedente la demolizione della parola, che ancora si compone di spezzoni semantici, e dunque ancora può credere di autosostenersi come monumento. Rosaria Abate
Il collezionista ha annotato la data con interrogativo (R. A.). 2010 dovrebbe corrispondere.