Acciaio, latta
terza di copertina, in alto: titolo; in basso, firma
La bugia, 2005
Il riscatto della lattina, Roma, Palazzo delle Esposizioni, 15-21 gennaio 1998
Il nome di questa tipologia di libri-oggetto, Litolattine, deriva da quello della fabbrica ligure “Litolatta” in cui, negli anni Trenta, vennero confezionati i libri futuristi di latta, primi volumi realizzati in materiale atipico. A differenza di quegli antesignani del libro sperimentale, queste creazioni della Bentivoglio indicano un diverso approccio alla costruzione di un’opera: non più pagine progettate e litografate, ma “trovate” sulla strada, fornite dal caso, e portatrici dei segni della loro provenienza consumistica. Pagine esistenziali, pressate dalle ruote delle macchine ai bordi dei marciapiedi.
Sulla copertina è posto come un sigillo, al centro della faccia esterna, un tappo metallico di una bottiglia di bibita, anch’esso schiacciato, e applicato alla rovescia, in modo che se ne veda l’interno: qui è presente la frase “non hai vinto”, in riferimento all’estrazione di un concorso a premi, legato al consumo della bibita. Scritta che fa scattare il meccanismo di rimando al titolo specifico di questa versione di litolattine: La sconfitta del libro.
Interessante inoltre come Mirella Bentivoglio rintracciasse un rapporto riecheggiato tra bottiglia e pagina nel noto calligramma quattrocentesco di Rebelais, La bouteille: “è il mondo del consumo corporale che ironicamente si sposa al mondo della parola, in contrasto e riscatto”. Rosaria Abate
chiedere esattamente come è titolato, in terza di copertina; e come è firmato