collage di carta
fronte in basso, scritta autografa: " la firma/io"; sul retro, a sinistra in basso, firma e data, scritta autografa: "collage successivo, 50 x 70"
Stelio Rescio, Intervento: capitolo secondo, Savona, Centro d’Arte e Cultura Il Brandale, maggio – giugno 1976, edizioni Il Brandale, Savona, 1977
Frances K. Pohl (a cura di), Pages. Mirella Bentivoglio – Selected Work 1966-2012, Pomona College, Claremonton (Los Angeles), 2015
La bugia, 2005
Mirella Bentivoglio, Savona, Centro d’Arte e Cultura Il Brandale, maggio – giugno 1976
Privacy – Virtù private e vizi pubblici, a cura di Miklos N. Varga. Gavirate (Varese), Chiostro di Voltorre, 23 maggio – 20 giugno 1982
Mirella Bentivoglio – La poesia fatta pietra, Macerata, Pinacoteca e musei comunali, 4-26 febbraio 1984
Si tratta di un collage mediante il quale l’artista dispone su un fondo nero la sagoma del suo cognome, ritagliato da un grande facsimile di banconota, e incompleto, poiché privato del dittongo finale “io”, posto invece nel convenzionale spazio della firma, in basso, verso il bordo della superficie. L’opera è dunque da ritenersi una identificazione del lavoro con la firma; ma nello stesso tempo si tratta di una identificazione mutila, perché è “io”, l’artista, ad essere assente. Si compone di tre firme, o meglio il concetto di firma è coinvolto su tre livelli: il primo, il titolo; il secondo è il cognome-valore di scambio, mutilato; il terzo è la firma autentica, soggettiva, ma anche pluralistica perché chiunque può riconoscersi in quel dittongo privo di riferimenti personali. Si tratta infatti del ritratto di una assenza: con tre pseudo-firme, la firma vera non c’è. Spiegava l’artista: “Io sono chi mi ha mutilato il nome, messo la firma al posto dell’opera, messo la banconota dentro il nome, messo il dittongo al posto della firma; io sono l’individuo che può esprimere la sua libertà solo attraverso la contraddittorietà, e rompe le regole del gioco per un lavoro che sta al gioco”. Mirella Bentivoglio aveva esposto l’opera insieme a Merdification nella mostra personale al Brandale di Savona (1976): due soli lavori per una esposizione dedicata al ruolo identitario dell’artista con il proprio prodotto, tanto che la mostra personale era intitolata Bentivogl/io. Rosaria Abate
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