collage, serigrafie oro verde su tela, carta, dichiarazione autografa dell'autrice
firmato nel riquadro destinato alla dichiarazione
La bugia, 2005
Mirella Bentivoglio – Il cuore della consumatrice ubbidiente, Brescia, Galleria dell’Incisione, 22 aprile – 24 maggio 2018
L’opera, realizzata come tavola, è costituita con l’ingrandimento, ripetuto, di un’immagine che l’artista ha trovato in un volantino turistico. Sullo sfondo di un muro si delinea la sagoma di una afgana il cui volto è del tutto annullato da una stoffa che ne copre il viso e il corpo. Una inferriata davanti agli occhi le permette di vedere senza essere vista. Dalla seconda copia della fotografia è stata asportata la figura della donna. Solo la piccola grata è rimasta visibile.
Viene evidenziata una ambiguità semantica: questa parola indica non solo colei che è stata annientata, che è svanita, dimenticata, ma anche il cancello. La O della Gabbia indicava una alternativa. Anche in questo caso l’artista propone una soluzione duplice, perché la cancellata si può chiudere, ma anche aprire. Ogni situazione di limite può diventare la più grande risorsa a disposizione. Bentivoglio raffigura questa importante privazione della libertà, ma è anche un pensiero di libertà sottrarsi a questo annullamento e decidere di essere un cancello sganciato.
Nel film di Federico Fellini, La città delle donne, uscito nel 1980, vi è una citazione della donna afgana utilizzata da Mirella Bentivoglio per questa opera. Il regista ha tratto ispirazione (come per altri dettagli inseriti nella pellicola) dal linguaggio e dalle intuizioni creative dell’artista poiché aveva visitato la personale romana della Galleria Spazio Alternativo nel 1979. Rosaria Abate
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