onice trasparente, letraset
Arturo Carlo Quintavalle (a cura di), Mirella Bentivoglio. Hyper Ovum, Fabbri Editori, Milano, 1987 Ralph Jentsch (a cura di), The Artist and the Book in Twentieth Century Italy, Umberto Allemandi & C., Torino, 1992
Renato Barilli, Maria Grazia Tolomeo, Mirella Bentivoglio. Dalla parola al simbolo, con antologia critica, De Luca, Roma, 1996
Anna Maria Lelli, Frances K. Pohl, Krystyna Wasserman, The Visual Poetry of Mirella Bentivoglio, con antologia critica, De Luca Editore, Roma, 1999
La bugia, 2005
Mirella Bentivoglio. Hyper Ovum, Aosta, Torre del Lebbroso, 14 novembre 1987 – 31 gennaio 1988
The Artist and the Book in Twentieth Century Italy (a cura di Ralph Jentsch), New York, Museum of Modern Art, 15 ottobre 1992 – 16 febbraio 1993
Mirella Bentivoglio. Dalla parola al simbolo, Roma, Palazzo delle Esposizioni, 10-28 ottobre 1996
The Visual Poetry of Mirella Bentivoglio, Washington, The National Museum of Women in the Arts, 1 marzo -12 giugno 1999, Istituto Italiano di Cultura, 2-31 marzo 1999
Un volume in onice il cui aspetto richiama il ghiaccio, dove le chiazze naturali evocano le impronte sulla neve. Il verso applicato coi trasferibili, “Ceci n’est pas un hiver” fa riferimento alla celebre frase di Magritte che funge da didascalia alla rappresentazione di una pipa, tema proposto dall’artista francese in numerose versioni, dal 1928 al ’66. Naturalmente il pittore surrealista puntava sulla contraddizione tra l’immagine e l’enunciato. La cura nella rappresentazione della pipa, dipinta nella maniera più riconoscibile, come quella di un abbecedario scolastico, gli permetteva di accentuare maggiormente l’assurdità, la non corrispondenza tra la rappresentazione, il linguaggio e la realtà referenziale. Anche la frase sul libro-oggetto di Bentivoglio è impostata su una contraddizione, su una negazione espressa attraverso una somiglianza: se il materiale impiegato sembra evocare il ghiaccio e la neve, l’accostamento con la scritta rivela che l’inverno è solo un’illusione. La discordanza tra la rappresentazione di una cosa e la cosa stessa è impiegata per esprimere il concetto di come l’intero oggetto costituisca una poesia – e non la rappresentazione di una poesia – poiché non è solo il verso a parlare ma la materia stessa. Come spiega Mirella Bentivoglio: “Questo libro non è un inverno perché non è un frigido tramite di poesia ma è esso stesso poesia”. Rosaria Abate