serigrafia su cartoncino
firmato e datato, in basso
- Pomona College Museum, Claremont (Los Angeles) [esemplare n. 63/100]
- collezioni private
Mirella Bentivoglio – La poesia fatta pietra, edizioni Coopedit, Macerata, 1984
Renato Barilli, Maria Grazia Tolomeo, Mirella Bentivoglio. Dalla parola al simbolo, con antologia critica, De Luca, Roma, 1996
Anna Maria Lelli, Frances K. Pohl, Krystyna Wasserman, The Visual Poetry of Mirella Bentivoglio, con antologia critica, De Luca Editore, Roma, 1999
Frances K. Pohl (a cura di), Pages. Mirella Bentivoglio – Selected Work 1966-2012, Pomona College, Claremont (Los Angeles), 2015
Rosaria Abate, Rompere le parole, in Roberto Borsellini e Graziella Cirri, Gubbio 2016 – XXVI Biennale di Scultura, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (Milano), 2016
Nicoletta Boschiero (a cura di), Quanto Bentivoglio?, Tlon, Roma, 2022
La bugia, 2005
Mirella Bentivoglio – La poesia fatta pietra, Macerata, Pinacoteca e Musei Comunali, febbraio 1984, edizioni Coopedit, Macerata, 1984
Mirella Bentivoglio. Dalla parola al simbolo, Roma, Palazzo delle Esposizioni, 10-28 ottobre 1996
Mirella Bentivoglio – Il cuore della consumatrice ubbidiente, Brescia, Galleria dell’Incisione, 22 aprile – 24 maggio 2918
Quanto Bentivoglio?, a cura di Nicoletta Boschiero, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, 18 ottobre 2022 – 29 gennaio 2023
Nell’inclinare e replicare la C, iniziale di Coca, l’artista visualizza una sorta di icona pulsante della passiva e sciocca consumatrice. La cui vacuità interiore è enunciata nell’appellativo gergale (Oca) evidenziato all’interno della sagoma delle due lettere. Il rosso funge da perno, nel richiamare sia il logo della bibita, sia la tinta convenzionale del cuore. L’opera è piuttosto rappresentativa della poesia visiva nella sua accezione tecnologica, per l’utilizzo di materiale massmediatico, impiegato dagli operatori di tale indirizzo sia come strumento espressivo che come oggetto della contestazione, della “Guerriglia semiologica”, per impiegare una formula tipica dei poeti visivi. In questa opera, Mirella Bentivoglio non addiziona soltanto la parola all’immagine, come più spesso succede nei collage di indirizzo tecnologico, ma li fa coincidere in una scrittura che si dà come immagine (il cuore) e in una immagine che consiste in una scritta, talmente riconoscibile, e che dunque è più da vedere che da leggere. Rosaria Abate
schede collegate: 90;
bisognerebbe provare a conteggiare tutti gli esemplari, indicati come prova d’artista