- serigrafia su carta
in cornice; sul retro, etichetta di partecipazione alla Biennale di San Paolo 1973
da verificare
Umbro Apollonio e Renato Barilli, Bentivoglio, Schwarz, Milano, 1971
Umbro Apollonio, Artistas italianos de hoje na XII bienal do Museu de Arte Moderna de São Paulo du Brasil, San Paolo del Brasile, 1973
Mirella Bentivoglio – La poesia fatta pietra, edizioni Coopedit, Macerata, 1984
Renato Barilli, Maria Grazia Tolomeo, Mirella Bentivoglio. Dalla parola al simbolo, con antologia critica, De Luca, Roma, 1996
Gianni Garrera, Mirella Bentivoglio “Ortografia del nome di Dio”, in Sebastiano Triulzi (a cura di), Concreta 1, Diacritica Edizioni, Roma, 2019, pp. 83-101
La bugia, 2005
Bentivoglio, Milano, Galleria Schwarz, 1971-72
Mirella Bentivoglio, sala personale in Artistas italianos de hoje na XII bienal do Museu de Arte Moderna de São Paulo du Brasil, San Paolo del Brasile, ottobre – dicembre 1973
Mirella Bentivoglio. Dalla parola al simbolo, Roma, Palazzo delle Esposizioni, 10-28 ottobre 1996
E’ interessante come Mirella Bentivoglio riassume le diverse letture interpretative di questa composizione concretista: “Per i religiosi: si nasce da Dio, ci si stacca, la vita è un allontanarsi da Dio e ritornarvi; dopo, l’io ritorna più grande. Per le madri: Dio è un ventre gravido che partorisce l’io. Per gli iconoclasti: nessuna mediazione iconica è possibile, la sola rappresentazione possibile è nel suo nome. Per altri: io di fronte a Dio. Per me: è una parola espressiva in italiano, non solo perché contiene l’unica consapevolezza, io, ma perché è fatta da un uovo, un mezzo uovo, una linea, un punto”. In questo lavoro l’artista ha giocato, qualunque sia la sua lettura, sul rapporto, sul rispecchiamento tra io e Dio: l’umano creato a immagine del divino, ma anche un divino creato dall’immaginazione umana. L’opera mette in evidenza, nella sua essenzialità tipografica, un contenuto piuttosto filosofico: che la nostra aspirazione verso Dio ha una natura umana. Che tutto ciò che possiamo conoscere di Dio è fatto della nostra prospettiva terrena. La sola cosa che sappiamo di Dio è che siamo formati dal bisogno di averlo. Rosaria Abate
VERIFICARE DI CHE ESEMPLARE SI TRATTA