fotoelaborazione, collage su compensato montato con plexiglas
Piero della Francesca
retro con titolo, firma e etichetta mostra "Premio Sulmona 2002"
AA. VV., XXIX Rassegna internazionale d’arte contemporanea Premio Sulmona, Sulmona (L’Aquila), Ex Convento di Santa Chiara, 7 settembre – 5 ottobre 2002
Rosaria Abate e Cesare Coppari, Mirella Bentivoglio a Gubbio, in Roberto Borsellini e Graziella Cirri (a cura di), Gubbio 2016 – XXVI Biennale di scultura, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (Milano), 2016
Nicoletta Boschiero (a cura di), Quanto Bentivoglio?, Tlon, Roma 2022
La bugia, 2005
XXIX Rassegna internazionale d’arte contemporanea Premio Sulmona, Sulmona (L’Aquila), Ex Convento di Santa Chiara, 7 settembre – 5 ottobre 2002
Rosaria Abate e Cesare Coppari, Mirella Bentivoglio a Gubbio, Gubbio 2016 – XXVI Biennale di scultura, Gubbio (Perugia), Palazzo dei Consoli, 15 ottobre 2016 – 15 gennaio 2017
Quanto Bentivoglio?, a cura di Nicoletta Boschiero, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, 19 ottobre 2022 – 29 gennaio 2023
E’ la fusione della nota opera di Piero della Francesca (La Madonna della misericordia, 1445-62) con l’albero rovesciato, l’oppiello di Gubbio (il cui rapporto con Mirella Bentivoglio è cominciato con l’azione del 1976, in Piazza Grande, all’epoca Piazza della Signoria), sotto al quale l’artista aveva recitato la Poesia collettiva dedicata alla città nel 1979, all’interno del Teatro Romano. La citazione pittorica unita insieme all’immagine dell’albero eugubino, vuole essere una restituzione totale di Logos e Mater, di quella compiutezza che Mirella Bentivoglio invoca a custodia del globo terrestre, inserito in basso alla composizione. Il rafforzamento dell’archetipo collettivo, come è inteso dall’artista l’immagine dell’albero rovesciato (a mo’ di casa, cerchio magico, luogo di difesa e simbolo culturale ) è valorizzato da una soluzione formale che, nel collocare il simbolo al di sotto del manto misericordioso della Vergine, pone in risalto di tale scelta espressiva, la simmetria, l’avvolgente sfericità e l’architettonico equilibrio, in continuità con quella concezione spaziale che ha trovato proprio nell’universalità pierfrancescana il cardine di un filone di astratta perfezione geometrica.
Virata al negativo, l’immagine enfatizza i toni bruni che richiamano il legno e accentuano quella anticipatrice visione metafisica del maestro del Quattrocento. Rosaria Abate